Attacchi social in difesa del Morelli: presi di mira Politecnico di Milano, Pedrazzi e Saporito
Il nuovo "raid" del movimento di resistentia civile a Difesa della Sanità di Montagna «contro i responsabili del disastro sanitario in Provincia di Sondrio»
Nella notte tra venerdì 30 e sabato 31 ottobre, gli iscritti al movimento di resistentia civile a Difesa della Sanità di Montagna si sono nuovamente riuniti su Facebook per il consueto attacco social «contro i responsabili del disastro sanitario in Provincia di Sondrio». Questa volta è toccato in primis alla consigliere regionale Simona Pedrazzi, la quale ha incassato in soli 10 minuti 15.000 volte #giulemanidalMorelli e #giulemanidallaNosaGent.
«Simona Pedrazzi, se la ricordano tutti, assente ingiustificata durante la votazione alla mozione per il ripristino del Morelli. Particolarmente rilevante l’attacco al post della Pedrazzi in cui la consigliere dispensava consigli ai cittadini su come alleggerire la pressione sul sistema ospedaliero Lombardo. La gente di Montagna ha risposto dandole un consiglio: "Non asternerti mai più alle votazioni fondamentali sulle sorti della sanità di montagna!"» hanno commentato dal movimento.
Poco dopo i militanti del movimento "Gente di Montagna" si sono spostati sulla pagina Facebook del Politecnico di Milano, rilasciando recensioni negative. «Il Politecnico di Milano è l'università che si è prestata ai giochetti di Regione Lombardia, firmando un piano che decreterebbe la morte dell'Ospedale Morelli di Sondalo. Un documento tecnico non può servire da “scusante” per decisioni politiche errate ed impopolari. La gente di Montagna si è fatta sentire, e la reputazione del politecnico è stata abbattuta da 4,4 a 2.8 punti. Il Rettore dell’università ha ricevuto centinaia di mail chiedendo di verificare quel piano e l’operato dell’Università» hanno spiegato dal movimento coordinato da Andrea Terzaghi.
Infine, l’ultimo "attacco" è stato diretto verso Tommaso Saporito, direttore generale di ASST Valtellina e Alto Lario. Centinaia di mail gli sono state recapitate, contente un messaggio forte e chiaro: «Lei sta mettendo a repentaglio la salute dei nostri bimbi, dei nostri nonni, della nostra gente. Sappia che la riterremo diretto ed esclusivo responsabile di ogni uomo e donna di montagna alla quale accadrà qualsiasi cosa, a causa delle sue efferate scelte direttive. La colpa è sua. Lei non è più il benvenuto qui, si dimetta, se ne vada e #giulemanidallaNosaGent» hanno scritto nelle mail.