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No alla Asst Alta Valtellina? Il movimento contro i sindacati: "Parole confuse"

Il movimento popolare “Rinascita Morelli Autonomo" risponde a Cgil, Cisl e Uil contrarie alla creazione di una azienda socio sanitaria territoriale nel Bormiese: "Dai sindacati posizioni stantie, accademiche ed inconcludenti”

Come era prevedibile, non si è fatta attendere la risposta del movimento popolare “Rinascita Morelli Autonomo" ai sindacati della provincia di Sondrio dopo le dichiarazioni sulla sanità nel Bormiese. Nello specifico, Cgil, Cisl e Uil, si erano espresse contrariamente alla creazione dell'Azienda Socio Sanitaria Territoriale (ASST) Alta Valtellina, rifiutando così la sottoscrizione del documento predisposto dall'organizzazione guidata da Ezio Trabucchi e condiviso dai sindaci locali.

"La recente presa di posizione di Cgil, Cisl e Uil di Sondrio sul documento  predisposto suscita una serie di considerazioni fortemente critiche. Non possiamo intanto dimenticare che le stesse organizzazioni sindacali, poco più di due anni fa, avevano formulato la proposta di concentrare tutta l’attività chirurgica nel presidio di Sondrio, relegando il 'Morelli' ad un ruolo assolutamente marginale, favorendo di fatto un percorso teso al ridimensionamento dell’ospedale di Sondalo" si legge in una nota del movimento.

Il piano del Politecnico

Proprio in quel periodo, era l'autunno del 2019, veniva presentato il Piano provinciale, elaborato dalle Aziende sanitarie Ats, Asst e Areu, con la supervisione del Politecnico di Milano. "Tale piano citava proprio la proposta del sindacati confederali e la portava come testimonianza di consultazione delle realtà provinciali. Una posizione che gli stessi sindacati confederali avevano successivamente rivisto allorquando venne ipotizzato il 'Morelli' quale Ente Autonomo con trasformazione in IRCCS (Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico, ndr) in un documento siglato, oltre che da Cgil, Cisl e Uil, anche dall’Organizzazione sindacale FSI/ CSA. Tale documento successivamente venne anche discusso ed approvato, nella Conferenza dei Sindaci, da 71 Comuni della nostra Provincia" prosegue la nota.

"Oggi la triplice sindacale ha cambiato nuovamente idea e le osservazioni della stessa sul “Morelli” appaiono generiche e confuse. Si sottolinea la necessita di 'un progetto alto, lungimirante, credibile', non tenendo conto dei due progetti, già presentati e fatti propri dai sindaci, elaborati dal comitato scientifico costituitosi non solo a difesa del 'Morelli' ma  a sostegno e rilancio di tutta la nostra sanità di montagna: uno contenente un piano di riorganizzazione dei presidi esistenti nel territorio della ATS Montagna, l’altro con una proposta mirata per il presidio ospedaliero di Sondalo. In quest’ultimo segnatamente si evidenzia già l’esigenza di ridare autonomia al 'Morelli', dopo quasi venti anni di sinergia negativa con Sondrio".

Le 20mila firme 

Negli ultimi mesi il movimento popolare “Rinascita Morelli Autonomo", proprio sull’istanza di costituire la “Asst Alta Valtellina”, ha raccolto oltre 20.000 firme ed ha trovato condivisione, al momento, da tutti i sindaci dell’Alta Valle e da due sindaci del Tiranese. Insieme a loro anche le principali categorie economiche dell’Alta valle e due organizzazioni sindacali del settore (Fials Sondrio - Federazione Italiana Autonomie Locali e Sanità; Fsi-Cia Sondrio - Federazione Sindacati Indipendenti).

"Oggi le confederazioni sindacali si esprimono negativamente rispetto alla proposta di creazione di una nuova Asst ma va ricordato che sino al 2003 il 'Morelli' era una azienda autonoma e sia Sondrio che Sondalo erogavano prestazioni, in modo ottimale, a popolazione e turisti ed avevano un buona capacità attrattiva esterna, soprattutto l'ospedale sondalino. L’accorpamento in un’unica azienda ospedaliera non ha creato sinergie bensì una situazione confusionale che ha danneggiato entrambi i presidi ospedalieri di Sondalo e Sondrio, come evidenziato pochi anni dopo dal compianto Luigi Mescia, il quale parlava di 'abbraccio mortale tra Sondrio e Sondalo'" commenta il movimento.

"Obiettivo smantellare Sondalo"

"La situazione attuale, in continuo peggioramento, è voluta da Regione Lombardia, la quale ha il chiaro obiettivo di smantellare il 'Morelli' mediante un falso, inattuabile ed inadeguato potenziamento dell’ospedale del capoluogo. Tutto ciò sottintende la concentrazione sul presidio di Sondrio dei residui delle varie unità operative, portate ad uno stato di inconsistente produttività per poi concentrare sull’area metropolitana di Milano le alte prestazioni. Il rilancio a Sondrio delle alte specialità è improbabile perché si tratta di un presidio che ha un richiamo modesto, attraversa una fase organizzativa difficile e la casistica è falcidiata anche dal trasferimento dei pazienti in emergenza fuori Provincia. Destinati a strutture fuori Provincia sono anche i posti letto, in modo particolare nel privato convenzionato: questo è un dato del tutto evidente ed incontrovertibile, è l’obiettivo prioritario in un sistema di posti letto contingentati" è l'accusa dell'organizzazione.

Dirigenza inadeguata

Contare semplicemente, come suggeriscono le organizzazioni sindacali confederali, su una specifica Direzione sanitaria del presidio di Sondalo è pura fantasia ed inutile esercizio accademico. Peraltro ciò significa anche non avere idea delle capacità organizzative e gestionali della attuale dirigenza della nostra Asst, dimostratasi, in questi anni, del tutto inadeguata e ridottasi a porre in essere interventi distruttivi per conto dell’istituzione regionale, tanto che gli utenti-cittadini ne chiedono a gran voce la sostituzione. Del resto, il recupero di un Presidio con strategie aziendali nuove, affidate però agli autori del degrado, è una posizione antiaziendale". 

L’ultimo esempio della drammatica situazione ospedaliera della provincia di Sondrio per il movimento "è la recente presentazione del POAS (Piano di Organizzazione Aziendale Strategico), documento inadeguato, contraddittorio, incompleto, elaborato con formulazioni appositamente carenti allo scopo di attuare poi subdolamente i contenuti del sopracitato Piano del Politecnico. L’accenno alla valorizzazione degli altri presidi e la loro integrazione con le strutture territoriali è, anche in questo caso, un concentrato di parole al vento. Le Confederazioni sindacali hanno assistito passivamente agli interventi dell’assessore regionale Moratti che si limitava al “cambio targa” di strutture esistenti da anni e che, al momento, non vedono alcuna integrazione". 

In conclusione, "il documento di Cgil, Cisl e Uil Funzione Pubblica di Sondrio si limita a dichiarazioni generiche senza alcuna proposta operativa concreta e significativa. Modesto è il contributo per il recupero di una sanità che ha perso pazienti, operatori, posti letto e posti di lavoro e che ormai è ridotta in uno stato agonico. Solo il richiamo all’attivazione dei vari tavoli provinciali è condivisibile, in riferimento sia alla Conferenza dei Sindaci che al Tavolo provinciale per la sanità; di questi organismi tuttavia preoccupa l’inerzia e la superficialità ed i loro coordinatori si sono dimostrati fortemente condizionati da una parte politica che ha assunto una posizione di asservimento alle intenzioni della Regione. Intenzioni che Palazzo Lombardia è determinato a portare a termine contando su una sinergia fra parte politica e dirigenziale. L’obiettivo sottovaluta i danni per la sanità delle periferie, i disagi e le carenze nell’erogazione delle prestazioni, carenze che si stanno accentuando con un notevole incremento dei rischi nelle prestazioni di emergenza. Tutto ciò, in primis, lo sa la nostra gente di montagna, che quotidianamente denuncia questa situazione pericolosa e francamente vergognosa".  

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