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Martedì, 19 Marzo 2024
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Alluvione del 1987: la Valtellina non dimentica

Una ferita indelebile per la comunità valtellinese. La triste cronistoria di quanto successe in quei giorni

Sono passati 36 anni dall'alluvione del 1987. Era sabato 18 luglio e pioveva da giorni. Il fragile territorio della Valtellina non riuscì più a contenere tutta l'acqua che era caduta e cominciarono le frane. Sarebbero terminate solo dieci giorni dopo, il 28 luglio, con la frana più grave, quella che in Val Pola fece scomparire in un colpo solo due interi paesi, Sant'Antonio Morignone e Aquilone. Alla fine i morti complessivi furono 53, i danni superarono i 4 mila miliardi di lire. 

Alluvione 1987 - Valtellina

Una ferita ancora aperta per la provincia di Sondrio, impressa indelebilmente nella mente di molti. Ecco la triste cronistoria di quanto successe in quei giorni:

Sabato 18 luglio 1987

Dopo tre giorni di continue precipitazioni, frane e straripamenti di corsi d'acqua colpiscono l'alta Lombardia ed in particolare la Valtellina. Circa 60 dei 78 paesi della valle subiscono le conseguenze del maltempo. A Tartano una frana travolge e distrugge l'albergo "La Gran Baita": muoiono 11 persone, altre 2 a Sant'Antonio Morignone e a Lenne, 11 i dispersi. Nella tarda serata arriva il ministro della Protezione Civile, Giuseppe Zamberletti.

Mercoledì 22 luglio 1987 

Zamberletti riferisce alla Camera i dati principali dell'alluvione: i morti sono 14, i dispersi 17 e 6.200 le persone costrette a lasciare i propri alloggi. I danni sono valutati in 1.500 miliardi di lire, ma si tratta di una indicativa, considerando che "nella sola provincia di Sondrio le vallate colpite sono state circa 45".

Venerdì 24 luglio 1987

Frana una strada adiacente alla sponda del torrente Serio, in Val Venina, muoiono due tecnici a bordo di una jeep.

Domenica 26 luglio 1987

Vengono sfollate 1.253 persone che abitano le frazioni di Le Prese, Sant'Antonio Morignone, San Martino Serravalle, Verzedo, Mondadizza. L'ordine di evacuazione è conseguente al pericolo di una frana sulla sponda destra dell'Adda.

Martedì 28 luglio 1987

Una massa di terra di 40 milioni di metri cubi precipita dalla Val Pola nell'Adda, a circa 1.000 metri di quota, sommergendo i paesi di San Martino Ponte del Diavolo, Aquilone e Sant'Antonio Morignone: muore una persona, i dispersi sono 24, i feriti 6. La frana blocca il corso dell'Adda, provoca la formazione di un lago che raccoglie all'inizio un milione e mezzo di metri cubi d'acqua e il cui livello aumenta di dieci centimetri ogni trenta minuti.

Mercoledì 29 luglio 1987 

Remo Gaspari succede come ministro della Protezione Civile Zamberletti. Polemiche sul cambiamento del titolare del dicastero.

Venerdì 31 luglio 1987

Gaspari, con i ministri dei Lavori Pubblici, Emilio De Rose, e del Turismo, Franco Carraro, effettuano sopralluogo in Valtellina.

Martedì 4 agosto 1987

Il livello del lago formatosi in Val Pola aumenta e la minaccia di una nuova frana costringe all' evacuazione 1200 abitanti di quattro frazioni di Valdisotto.

Mercoledì 5 e giovedì 6 agosto 1987

Il Presidente della Repubblica Francesco Cossiga visita le zone colpite. Segue l'11 agosto la visita del presidente del Consiglio, Giovanni Goria.

Lunedì 24 agosto 1987

Un' ordinanza del Prefetto di Sondrio ordina lo sgombero di 22000 persone, abitanti dei 18 Comuni minacciati dalla possibile esondazione del lago di Val Pola.

Giovedì 27 agosto 1987

Il ministro della Protezione Civile Gaspari, dopo una serie di riunioni tecniche e nonostante le divergenze con gli esperti dell' Azienda Energetica Municipale di Milano decide l'attuazione della tracimazione controllata per il lago formatosi in Val Pola.

Venerdì 28 agosto 1987

Dalle 4 del mattino vengono fatti affluire nell'Adda, dalla centrale elettrica di Premadio, dai 10 ai 16 metri cubi di acqua ogni secondo, che poi saliranno a 23.

Domenica 30 agosto 1987

Poco prima delle 7.30 il livello dell'acqua del lago raggiunge quota 1.102 e comincia la tracimazione. Il lago contiene 17 milioni di metri cubi d'acqua.

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