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Sabato, 20 Aprile 2024
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Teglio, imbrattato l'altarino a Mussolini del camerata defunto: la rabbia della famiglia

La denuncia dei familiari di Mario Cavazzi, recentemente scomparso: «Chi attacca un morto che non si può difendere è da ritenersi non un uomo ma un vigliacco senza possibilità di miglioramento. Auspichiamo che i responsabili siano assicurati alla giustizia»

Con l'aiuto della notte hanno imbrattato l'altarino dedicato a Benito Mussolini, rubandone il busto, nonostante il proprietario dell'area sia morto da poco più di un mese. È quanto accaduto nelle prime ore di domenica 25 aprile 2021, Festa di Liberazione dal nazifascismo, a Carona, nel territorio comunale di Teglio. A denunciare l'accaduto la famiglia di Mario Cavazzi, recentemente scomparso, celebre per la passione politica nei confronti del fascismo.

«Purtroppo si arriva ora a infangare la memoria di uomo, a prescindere dal credo politico, morto da pochissimo tempo. Ci chiediamo se questo sia degno di un paese civile. Crediamo che i morti debbano essere rispettati a prescindere da ogni pensiero ed appartenenza. Siamo certi che il nostro Mario non si sarebbe neppure degnato di certi vili, ma la vigliaccheria di questi personaggi infastidisce, auspichiamo che i responsabili siano assicurati alla giustizia non per il valore in sé dei danni, ma perché certi personaggi sono un male a prescindere da ogni appartenenza politica o di ideologia. Chi attacca un morto che non si può difendere è da ritenersi non un uomo ma un vigliacco senza possibilità di miglioramento, purtroppo per loro si dovrebbero ricordare che i vivi ricordano e sono pronti a far rispettare i loro morti» hanno commentati i familiari di Cavazzi, sostenuti dal consigliere comunale sondriese Simone Del Marco.

Nel 2016 Cavazzi era stato segnalato dall'Anpi al sindaco di Teglio, al Prefetto ed al Questore della provincia di Sondrio, con la richiesta che venisse disposta l’immediata rimozione del «manifatto, artigianalmente confezionato, con scritte che esaltano la memoria di Benito Mussolini, dunque del fascismo e di chi lo ha ideato e rappresentato per un ventennio rivelatosi disastroso per l’Italia». Richiesta che venne respinta dalla Prefettura perchè nell'esposizione del busto e delle bandiere appartenenti alla RSI non si valutò la violazione di alcuna norma.

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