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Salute

Ecco il nuovo piano della sanità provinciale: Sondrio fulcro della rete di ospedali sul territorio

Svelato lo studio commissionato da Regione Lombardia al Politecnico di Milano. La destinazione di ogni ospedale della provincia nel sistema "hub and spokes"

In provincia di Sondrio non ci sarà un ospedale unico bensì un sistema territoriale distribuito secondo il modello “hub and spokes” (letteralmente mozzo e raggi) in cui, a fianco dell’ospedale principale di Sondrio, vi saranno altri tre ospedali di comunità ognuno declinano e specificato rispetto ad alcuni ambiti precisi.

È questo in estrema sintesi il risultato dello studio relativo alla “riqualificazione della rete ospedaliera”, condotto dal Politecnico di Milano su commissione di Regione Lombardia sulla sanità in provincia di Sondrio, e presentato a tutti i sindaci della provincia lungo il pomeriggio di venerdì 11 ottobre 2019, presso l’auditorium dell’Ufficio Territoriale Regionale del capoluogo.

All’incontro, invitati alla presentazione, erano presenti 61 (su 77 totali) sindaci della provincia di Sondrio i quali, nei prossimi mesi avranno la possibilità, sfruttando i luoghi privilegiati in materia sanitaria a livello locale, le conferenze dei sindaci, di fare proposte e notazioni al fine di migliorare il progetto redatto dal Politecnico. L’obbiettivo di Regione Lombardia è quello di poter sottoscrivere entro la fine dell’anno una delibera di Giunta che detti gli indirizzi da seguire. 

Sanità provinciale - Presentazione Regione Lombardia e Politecnico di Milano

Lo studio del Politecnico di Milano

Lo studio del Politecnico è partito innanzitutto dall’ascolto degli attori coinvolti nella sanità locale e regionale, 125 persone in tutto, ascoltate in 12 audizioni svolte tra novembre e dicembre dello scorso anno.

Poi lo studio della normativa e dei benchmark internazionali grazie all’analisi della popolazione residente, dei flussi turistici, della domanda di salute, della produzione e mobilità e, infine dei dati di emergenza e urgenza.

Successivamente sono stati convocati tre tavoli di lavoro di confronto in cui sono stati coinvolti i referenti di Areu (Azienda regionale di emergenza e urgenza), l’ASST Valtellina e Alto Lario oltre che l’ATS di montagna.

Superamento dell’ospedale unico

Se inizialmente quella dell’ospedale unico di Sondrio poteva essere una suggestione, con il progredire degli studi si è passati all’elaborazione di una proposta che preveda la creazione di una rete di ospedali, ognuno con una propria vocazione. Questo perché, anche a causa della conformazione orografica di Valtellina e Valchiavenna, ogni presidio ospedaliero della provincia di Sondrio necessita di prossimità, di una forte integrazione tra ospedale e territorio e perché si ritiene utile valorizzare le strutture già esistenti.

Ospedale di Sondrio

Secondo l'analisi del Politecnico l’hub, il fulcro provinciale, sarà l’ospedale di Sondrio, sede di dea II livello. Una decisione strategica per una copertura capillare del territorio in caso di emergenze oltre che per le già appropriate strutture esistenti.

Sondrio diventerà il centro delle alte specialità, con il trasferimento di chirurgia toracica e chirurgia vascolare da Sondalo e la riorganizzazione della neurochirurgia.

Per rendere il nosocomio del capoluogo funzionale a questo importante nuovo incarico sarà necessario investire sulle risorse umane e sulle loro professionalità, su progetti di adeguamento strutturale oltre che di potenziamento di ambulatori e convenzioni.

Ospedale di Sondalo

L’ospedale di Sondalo diventerà la sede del Dipartimento di Emergenza della Montagna. Un luogo importante dove dare risposta all’emergenza-urgenza, con una particolare attenzione alla traumatologia. Sondalo, secondo la proposta del Polimi, avrà un forte collegamento con l’hub di Sondrio.

Mantenendo la sua vocazione “storica” il Morelli diventerà un riferimento nazionale per le patologie pneumologiche e per la cura della Tubercolosi. Ampio spazio, inoltre, alla questione riabilitativa. Strategica in questo senso la recente collaborazione sottoscritta con il Comitato paralimpico italiano

Ospedale di Morbegno 

L’ospedale di Morbegno è già considerato un Presidio Ospedaliero Territoriale (POT) pertanto continuerà nella applicazione delle attività definite dal suo inquadramento.

Parallelamente presso il nosocomio della cittadina sul Bitto verranno creati o potenziati alcuni servizi: il reparto di degenza di comunità, verranno aumentati i posti letto per le cure palliative, aumentata l’offerta di ambulatori e consultori, migliorate le attività diagnostiche grazie all’introduzione di nuove tecnologie e istituiti dei studi medici MMG ed un centro servizi PIC

Ospedale di Chiavenna

All’attuale Ospedale di Chiavenna verranno introdotte alcune novità in risposta alle esigenze del territorio.

Verrà implementato il reparto di degenza di comunità, verranno creati nuovi posti letto per la gestione di cure sub acute, verrà aumentata l’offerta di ambulatori e consultori oltre che dell’assistenza ostetrica. Inoltre verrà introdotta la figura dell’infermiere di comunità e si sperimenterà l’attività di telemedicina.

Un’opportunità per il territorio 

«Il lavoro del Politecnico di Milano è estremamente importante per la provincia di Sondrio. È uno studio analitico e oggettivo, fortunatamente avulso dagli interessi di campanile o dei lavoratori» ha commentato l’assessore agli Enti Locali, Montagna e Piccoli Comuni, Massimo Sertori.

«Dall’accurato  e scientifico lavoro del Politecnico, basato sull'ascolto dei soggetti coinvolti, è una vera opportunità per la provincia di Sondrio che va colta fino in fondo; ci permette di avere una visione d'insieme sulla nostra sanità locale con un traguardo di 15/20 anni» ha proseguito Sertori.

Un piano che duri nel tempo

«Nel passato molte volte vi è stata confusione sul territorio in materia. Questa  volta abbiamo chiesto ad un ente terzo “come possiamo fare per mantenere i servizi necessari sul territorio, renderli migliori e attrarre persone per venire a vivere in montagna?”» ha raccontato Giulio Gallera, assessore al Welfare di Regione Lombardia.

«Vogliamo che il nostro nuovo piano possa rimanere per i prossimi 15 anni dando sicurezza alle attività con macchinari all’avanguardia. Per questo siamo pronti a investire dove si riterrà utile e strategico» ha aggiunto Gallera.

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