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Domenica, 28 Aprile 2024
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In tutta Italia spariscono le edicole, ma non in provincia di Sondrio

I dati di Unioncamere: tra 2019 e 2023 solo Sondrio e Bolzano hanno un saldo positivo per quanto riguarda le attività registrate

La crisi dell’editoria è anche la crisi dei “giornalai”, ma non in provincia di Sondrio. In 4 anni, sono sparite quasi 2.700 edicole in tutto il Paese, di cui 2.327 erano imprese individuali. Una perdita secca superiore al 16% (-18,6% considerando le sole ditte individuali), con tassi di variazione anche a doppia cifra in tante province, a partire da Isernia, che ha visto chiudere oltre un terzo delle unità locali, Trieste che registra un -31,1%, Ancona che supera il -30%.

Un fenomeno che, però, non sembra interessare la provincia di Sondrio visto che dal 2019 al 2023 le edicole registrate in Valtellina e Valchiavenna sono passate da 40 a 41, grazie a una nuova apertura, con un incremento percentuale pari al 2,5%. Di queste imprese sono 25 quelle individuali.

In base ai dati elaborati da Unioncamere-InfoCamere si evince che, in pratica, solo Bolzano oltre a Sondrio vede crescere questa tipologia di impresa, mentre Oristano mantiene tutte le sue 51 rivendite di giornali. A fine settembre scorso, comunque, i punti vendita di giornali e periodici contavano su circa 13.500 localizzazioni, mentre a settembre 2019 erano oltre 16mila.

In valori assoluti, sono i lettori di quotidiani soprattutto di Roma che oggi devono fare i conti con la rarefazione dei “giornalai”: nel territorio provinciale ne sono rimasti 1.138, 303 in meno di quattro anni fa (-21%). Anche a Torino, però, giornali e riviste sembrano andare parecchio meno di moda. Qui oggi si contano 501 rivendite, 138 in meno di settembre 2019 (-21,6%), mentre Milano ne perde 129 (-11,9%), scendendo così sotto le mille edicole.

La riduzione delle rivendite non è solo un danno per quanti continuano a preferire aggiornarsi sulla carta stampata piuttosto che su strumenti digitali, è anche un peccato sotto il profilo della crescita della componente femminile e giovanile nell’impresa. Considerando le quasi 12mila imprese registrate a fine settembre (al netto, quindi, delle unità locali aggiuntive), 4.450 risultano essere femminili e 701 giovanili. Ciò significa che il mestiere dell’edicolante piace molto alle imprenditrici, che in quest’ambito rappresentano più del 37% del totale delle imprese registrate, con una presenza, quindi, ben più consistente di quanto avvenga considerando il totale delle imprese (di cui le imprese femminili rappresentano circa il 22%). Le edicole guidate da donne, però, si sono ridotte nel quattro anni anche di più della media nazionale del settore, perdendo quasi 1.100 imprese (-19,6%).

Questa attività, invece, sembra piacere poco ai giovani under 35, ai quali oggi appartiene solo il 5,9% delle edicole attive nei territori italiani, 528 in meno di quattro anni fa (-43%).

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