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Venerdì, 29 Marzo 2024

Spaccio a cielo aperto, sgominata banda di nigeriani a Sondrio

Gli spacciatori, che operavano tra le famiglie, fuori da asili e parchi, trasportavano la droga in bocca, all’interno di piccole “perle” di cellophane così, in caso di controllo, riuscivano velocemente ad inghiottirle. Nove gli arrestati dai Carabinieri

Operavano nelle piazze, nei parchi giochi e fuori da una scuola materna per non farsi notare, e camuffarsi nella quotidianità della comunità. Non è bastato perchè, a partire dalla fine del 2018, erano diventate ormai numerose le telefonate che pervenivano alla Centrale Operativa della Compagnia Carabinieri di Sondrio da parte di cittadini che, preoccupanti di ritrovamenti nei parchi pubblici di siringhe ed involucri di cellophane, segnalavano la crescente ed immotivata presenza di extracomunitari che si aggiravano nei quartieri cittadini. 

Dopo un’attività di osservazione, il personale del Nucleo Operativo dei Carabinieri di Sondrio confermava quanto segnalato e, coordinati dal dott. Cristillo della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Sondrio, a gennaio 2019, davano inizio ad una strutturata attività d’indagine che si concludeva con numerose misure di custodia cautelare proposte dai Sostituti Procuratori della Repubblica di Sondrio. 

L’operazione, dopo circa 6 mesi d’indagine, si è conclusa con nove soggetti colpiti da ordinanza di custodia cautelare in carcere e ai domiciliari e 3 con l’obbligo di presentazione alla pg per spaccio di sostanze stupefacenti, in concorso, continuato ed aggravato, misure proposte dai Sostituti Procuratori di Sondrio e condivise dal GIP del Tribunale di Sondrio, dott. Pietro Della Pona, la cui esecuzione è stata coordinata dai Sostituti Procuratori dott. Stefano Latorre e dott.ssa Marialina Contaldo.

L’attività d’indagine dei Carabinieri ha permesso di ricostruire l’organigramma dell’organizzazione criminale. 

Tre gruppi di cittadini nigeriani da circa 3 anni si erano coalizzati per suddividere la città di Sondrio in diverse piazze di spaccio e, per evitare la “sleale concorrenza”, erano arrivati ad accordarsi sui prezzi della droga. Ogni gruppo era costituito da circa 4-5 “operai”, tutti giovani nigeriani chiedenti asilo; quattro di loro erano studenti che frequentavano puntualmente il programma di integrazione nel territorio nazionale partecipando ai corsi di lingua italiana organizzati all’interno delle scuole del territorio. Gli studenti nigeriani continuavano la loro attività di spaccio anche durante l’orario delle lezioni, rispondendo ai clienti e fissando la consegna, nei pressi dell’Istituto,  durante le pause.

I gruppi lavoravano dalle prime luci dell’alba fino a sera. Contattati telefonicamente dai clienti, gli spacciatori fissavano il luogo dell’appuntamento, sempre nel proprio territorio di competenza, rispettosi degli accordi raggiunti.

L’operazione di polizia giudiziaria “pearl” prende il nome dagli involucri di sostanza stupefacente sequestrata; cocaina ed eroina confezionate in “perle” di cellophane bianco o nero a seconda della sostanza che contenevano, venivano vendute al prezzo di 20-30 euro. Le confezioni venivano trasportate nel cavo orale dei pusher, fino a 10 alla volta, che in questo modo, in caso di controllo da parte delle forze dell’ordine, riuscivano velocemente ad inghiottire. Tale tecnica veniva adottata da tutti i componenti dei differenti gruppi. Nel momento della vendita della droga, lo spacciatore di turno estraeva dalla bocca le varie dosi.    

I Carabinieri hanno accertato un vasto giro di clientela, circa 60 persone tra tossicodipendenti, professionisti ed insospettabili, tutti valtellinesi e circa 2000 cessioni di cocaina ed eroina. 

Le telecamere dei Carabinieri hanno ripreso numerose cessioni: sono stati ripresi mamme e papà con i loro bambini mentre acquistano, cessioni nei parchi cittadini mentre i bambini giocano a poca distanza o nei pressi del cortile di una scuola dell’infanzia. I pusher non si facevano scrupoli ad organizzare gli appuntamenti per lo spaccio nelle immediate vicinanze delle aree attrezzate per bambini all’interno dei parchi pubblici tanto da destare le proteste dei compratori i quali, in un paio d’occasioni, rifiutavano di presentarsi all’appuntamento, di fatto, davanti a bambini che giocavano.

I Carabinieri hanno potuto accertare anche la cessione ad un dipendente di Poste Italiane di Sondrio che, durante l’orario di lavoro ed alla guida del mezzo di servizio, incontrava lo spacciatore per una cessione; oppure un autista di un tir pronto a partire per un lungo viaggio che, fermato dai militari e trovato in possesso della dose, gli veniva ritirata la patente e quindi impedito il viaggio evitando così che mettesse in serio pericolo la sua incolumità e quella degli altri utenti della strada.

I grandi guadagni giornalieri permettevano ai nigeriani di condurre una vita particolarmente agiata, fatta di vestiti alla moda e tecnologia di ultima generazione. Gli spacciatori interrompevano la loro attività criminale per concedersi serate con connazionali caratterizzate da eccessi.

L’operazione, che ha visto un grande dispiegamento di forze e la collaborazione di militari di altri reparti, è scattata alle prime luci dell’alba. L’attività ha permesso di accedere negli appartamenti, privati o rientranti del circuito delle sistema di accoglienza, e rinvenire altra sostanza stupefacente.

I clienti saranno tutti segnalati alla locale Prefettura come assuntori; i genitori tossicodipendenti verranno anche segnalati ai servizi sociali ed al Tribunale per i  Minorenni di Milano per tutelare i bambini. Le attività dei Carabinieri di Sondrio continueranno per risalire ai venditori all’ingrosso della sostanza stupefacente.

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