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Cronaca

Morte di Mattia Mingarelli, dall'autopsia nessun segno di violenza

Le prime indiscrezioni sull'autopsia effettuata oggi presso l'ospedale di Sondrio

E' stata eseguita oggi pomeriggio nella camera mortuaria dell'ospedale civile di Sondrio, l'autopsia sul corpo di Mattia Mingarelli.

Secondo alcune indiscrezioni riportate da Il Giorno,  non sarebbe emerso nulla che faccia ricondurre il decesso del giovane comasco a un evento violento.

L' esame autoptico eseguito dal dottor Paolo Tricomi di Lecco su incarico del sostituto procuratore Antonio Cristillo, titolare dell'inchiesta, non avrebbe quindi trovato nessun elemento che conduca ad un evento violento. La morte sarebbe dovuta quindi, il condizionale è ancora d'obbligo, ad una tragedia in montagna.

Tanti i dubbi che circondano la morte di Mattia Mingarelli

Ci sarebbero, infatti, alcuni elementi che alimentano i dubbi e le perplessità degli investigatori. Si tratta di tre cose che meritano di essere chiarite. 

Il corpo di Mattia è stato ritrovato da alcuni sciatori che in un punto all'interno di una zona che è stata ben setacciata per circa due settimane dalle squadre di ricerca. Perché nessuno lo ha visto in quelle due settimane mentre un gruppo di sciatori dalla seggiovia lo ha notato benché non fosse lì appositamente per eseguire le ricerche?

Perché gli addestratissimi cani molecolari, specializzati nel ritrovare persone disperse anche nella neve, non hanno fiutato il corpo di Mattia benché abbiano setacciato anche quella zona?

Anche Il ritrovamento del telefono cellulare, potrebbe nascondere qualcosa. Mattia ha dimenticato o smarrito il cellulare? Se si fosse accorto di non averlo più con sé avrebbe cercato probabilmente di ripercorrere la strada al contrario per recuperarlo. Davvero non si è mai reso conto di averlo perso o dimenticato?

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