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Domenica, 28 Aprile 2024
L'analisi

Ecco quali sono i prodotti più rubati nei supermercati

Il fenomeno, però, fin troppo spesso non è legato alla criminalità, ma a un problema sociale: sempre più famiglie fanno fatica ad arrivare alla fine del mese

Non malviventi professionisti, ma molto spesso gente comune che non riesce ad arrivare alla fine del mese. Ma sostanza e reato non cambia, perché di furto si tratta: e così il supermercato diventa sorvegliato speciale. Non si tratta di rapine alle casse, ma del cosiddetto “furto allo scaffale”: in testa ai prodotti sottratti ci sono vino e altri alcolici, salumi, formaggi, tonno in scatola e caffè. I dati sono rivelati dallo studio “La Sicurezza del retail in Italia” realizzato da Crime&Tech lo spin off dell’Università Cattolica, nel periodo da gennaio 2021 a settembre 2023. Un fenomeno che tocca da vicino anche supermercati e discount del settentrione lombardo.

"Il taccheggio ossia il furto di merce esposta in vendita negli esercizi commerciali è - sottolinea Coldiretti Sondrio - la principale causa dei furti esterni e provoca le maggiori differenze inventariali che complessivamente nelle aziende del settore Retail e GDO in Italia sono state in media nel 2022 pari all’1,38% del fatturato annuo con perdite stimabili di circa 4,6 miliardi di euro.

Il valore medio della refurtiva per ogni singolo caso nei supermercati, ipermercati e discount è - sottolinea la Coldiretti provinciale - di 14 euro e il piccolo “colpo” viene messo a segno soprattutto per la spesa a metà settimana (mercoledì o giovedì), mentre i responsabili si dividono equamente tra donne e uomini con una leggera prevalenza di questi ultimi (56%).

Sono peraltro i formati già porzionati o confezioni di dimensioni ridotte quelle più apprezzati ma crescono anche i furti dei preaffettati e dei pregrattugiati. Il furto di prodotti alimentari nei supermercati è favorito dal fatto che la maggior parte dei prodotti esposti non è protetta (molto spesso sono soltanto le bottiglie di vini e spumanti di maggior pregio ad avere una capsula antifurto simile a quella dei capi di abbigliamento nei grandi magazzini) anche se i commercianti stanno sempre più rivolgendo la loro attenzione allo sviluppo di nuove tecnologie per la sicurezza delle merci.

Nella provincia prealpina, la tavola è una componente importante della spesa familiare della quale assorbe in media circa il 17% delle risorse con un valore medio mensile per famiglia che è cresciuto del 13% negli ultimi dieci anni passando da 434,5 euro a 491,39 euro che rappresenta la punta più alta toccata dalla borsa della spesa secondo l’analisi Coldiretti.

In altre parole, meno di un euro su cinque viene speso per mangiare con un deciso aumento nel tempo però dell’incidenza di altre voci di spesa come abitazione, abbigliamento, trasporti e comunicazioni.

"Analizzando le singole voci della spesa alimentare, il 2022 nel carrello delle famiglie italiane - rileva la Coldiretti provinciale - ha visto un aumento rispetto all’anno precedente per alcune categorie come la carne, l’olio d’oliva e lo zucchero e dolci, mentre cala quella per frutta e verdura, pane e pasta, pesce, latte e formaggi. La voce più pesante nel carrello delle famiglie resta quella della carne e salumi per i quali si spendono mensilmente 104 euro, davanti a pasta, pizza, pane e cereali (76 euro), mentre al terzo posto si piazza la verdura con 61 euro. Seguono latte formaggi e uova, con 58 euro, e la frutta a 41 euro, poco davanti al pesce (38 euro). In classifica ci sono poi i cibi pronti con 30 euro, lo zucchero e dolci con 21 euro, l’olio d’oliva assieme al burro e gli altri condimenti con 15 euro, oltre a caffè, acqua minerale, bibite.

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