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Cronaca

Sequestrata un casa in Valtellina al maxi-evasore emiliano

A Maurizio Foroni, imprenditore attivo tra Reggio Emilia e Modena, confiscati beni per un valore di circa 13,5 milioni di euro

C'è anche una casa in provincia di Sondrio tra i beni sequestrati a Maurizio Foroni, imprenditore attivo tra Reggio Emilia e Modena al centro di più indagini della Guardia di Finanza. Nella giornata di lunedì 4 novembre 2019 è scattato il Decreto di confisca previsto dal “codice antimafia”.

Il Decreto è stato emesso dalla Sezione Penale del Tribunale di Reggio Emilia che ha disposto il definitivo passaggio allo Stato di beni immobili, mobili, mobili registrati e disponibilità finanziarie (intestati anche terzi), per un valore di circa 13,5 milioni di euro. Si tratta di polizze assicurative, conti correnti, autovetture, beni mobili ed immobili, tra i quali una villa di pregio con parco sita in una rinomata località balneare toscana del valore di oltre due milioni di euro ed un residence immobiliare nella provincia reggiana di circa due milioni di euro.

Il provvedimento eseguito dai militari del Nucleo Polizia Economico-Finanziaria di Modena arriva al termine dell’iter processuale innanzi alla Sezione Penale del Tribunale di Reggio Emilia, che già nel decorso 2018 aveva accolto la richiesta di sequestro anticipato del patrimonio confiscato in questi giorni.

L'indagine "Plafond"

Foroni era già al centro del procedimento penale relativo all’operazione “Plafond”, nell’ambito della quale era stata accertata una maxi frode all’Iva basata sul rilascio di false dichiarazioni d’intento che, tra le altre, coinvolgeva anche una società di Carpi esercente l’attività di fabbricazione di computer e unità periferiche, che aveva portato all’esecuzione di una ordinanza di custodia cautelare nei confronti di sei responsabili, tra i quali anche Foroni.

Durante le perquisizioni effettuate ormai quattro anni fa era stato trovato un vero e proprio bunker utilizzato per nascondere la documentazione ritenuta più “scottante” e per depositare le somme provenienti dalle attività illecite svolte dall’organizzazione criminale. In particolare venne ritrovata, nascosta dietro una libreria a muro che scorreva su binari tramite un motorino elettrico, una stanza occulta al cui interno furono rinvenuti e sequestrati 104.988,56 euro in contanti (suddivisi in mazzette da 50 e 100 euro), numerosi timbri riconducibili alle decine di società coinvolte nel meccanismo fraudolento che venivano utilizzati per la compilazione delle fatture false, nonché documentazione ritenuta di notevole interesse tra cui gli organigrammi delle società riconducibili all’organizzazione, dei soggetti coinvolti e del ruolo di ciascuno di essi.

Gli approfonditi accertamenti patrimoniali svolti nell’ambito dell’odierna operazione denominata “Game over” hanno evidenziato una palese sproporzione tra i redditi dichiarati negli anni e la consistenza patrimoniale ricostruita, quest’ultima rappresentata, tra l’altro, da beni immobili ubicati nelle provincie di Reggio Emilia, Parma, Lucca, e Sondrio intestati a svariate società (mero schermo) e persone fisiche (prestanomi) tutti riconducibili al proposto che, pertanto, tramite l’intestazione fittizia ha potuto liberamente godere di un ingente patrimonio.

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