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Cronaca

Le aree protette di Valtellina e Valchiavenna con il Parco delle Orobie nel nuovo ambito territoriale ecosistemico

"Per il nostro territorio si tratta di un risultato completamente positivo - ha sottolineato il presidente Raschetti - che ci consentirà una gestione a livello locale di tutte le aree protette"

Il grande impegno e il confronto serrato con la Regione Lombardia hanno evitato che le aree protette di Valtellina e Valchiavenna, come si temeva nelle fasi di avvio della riforma, fossero smembrate e sottratte alla giurisdizione locale per essere inglobate nel Parco delle Orobie Bergamasche. Così non è stato e verso la metà del 2020 verrà istituito un nuovo ente che riunirà il Parco delle Orobie Valtellinesi, sei riserve e due monumenti naturali: un solo ambito territoriale ecosistemico per l’intera provincia di Sondrio.

Il presidente del Parco delle Orobie Valtellinesi Walter Raschetti ha reso noti stamane, nel corso di una conferenza stampa, i contenuti della delibera della Giunta regionale del 28 dicembre scorso che individua gli Ambiti territoriali ecosistemici, secondo quanto previsto dalla legge sulla riorganizzazione delle aree regionali protette. «Per il nostro territorio si tratta di un risultato completamente positivo - ha sottolineato il presidente Raschetti - che ci consentirà una gestione a livello locale di tutte le aree protette».

«Abbiamo corso un grande rischio - gli ha fatto eco il consigliere provinciale Franco Angelini -. A nome della Provincia esprimo la grande soddisfazione per quanto ottenuto che rappresenta una tappa lungo il percorso dell’autonomia della valle». La decisione si tradurrà subito in una serie di adempimenti che impegneranno il Parco delle Orobie Valtellinesi nel prossimo anno e mezzo, fino all’istituzione del nuovo ente che, necessariamente, cambierà nome, e che vedrà un ampliamento della governance, la Comunità del Parco, attualmente formata dalla Provincia e dalle Comunità Montane di Morbegno, Sondrio e Tirano, con l’ingresso di quelle dell’Alta Valtellina e della Valchiavenna e dei Comuni interessati. Il coordinatore Claudio La Ragione ha illustrato le prossime tappe.

Entro quattro mesi dalla delibera regionale del 28 dicembre 2018 il Parco dovrà sottoscrivere le convenzioni con le aree protette interessate: le sei riserve naturali, Paluaccio di Oga, Pian Gembro, Bosco dei Bordighi, Piramidi di Postalesio, Val di Mello e Marmitte dei Giganti; i due monumenti naturali, Cascate dell’Acquafraggia e Caurga della Rabbiosa. A rimanere esclusa dalla riorganizzazione sarà la sola Riserva Pian di Spagna e Lago di Mezzola che, nella sua dimensione sovraprovinciale, come altre in Lombardia, è già gestita da un ente regionale con una propria autonomia. Entro sei mesi dovrà essere definita la proposta di riorganizzazione da inviare alla Regione Lombardia che avrà tempo sei mesi per esprimersi. Non appena verrà deliberata la riorganizzazione, così come proposta o modificata, scatterà la competenza del Parco delle Orobie Valtellinesi su tutte le aree protette. Successivamente ci saranno altri tre mesi per formulare la proposta di legge regionale da inviare alla Regione insieme al documento di indirizzo definito a seguito di incontri con tutti i portatori d’interesse del territorio. Il presidente del Parco Raschetti e il consigliere provinciale Angelini hanno ribadito che si lavorerà affinché siano valorizzate le peculiarità delle diverse aree protette nel rispetto delle loro esigenze.

L’unione non potrà portare che benefici, soprattutto se si lavorerà insieme. Le preoccupazioni, espresse da Nello Oberti, componente del Consiglio di gestione, riguardano le risorse economiche e umane, poiché l’allargamento delle competenze e le nuove attività necessitano di nuove figure professionali e di investimenti di cui il Parco delle Orobie non dispone.

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