rotate-mobile
Messaggio chiaro

"La montagna non è per selfie e divertimento: preparatevi alle escursioni e state attenti"

Non ha usato giri di parole, Eraldo Meraldi, nel corso della serata "La consapevolezza del pericolo valanghe". Ospite d'onore Deborah Compagnoni

Interessante serata martedì sera al cinema Excelsior di Sondrio, organizzata dal Cras nell'ambito del progetto "Sinergie educative". Si è discusso della "Consapevolezza del pericolo valanghe" e a prendersi la scena è stato Eraldo Meraldi guida alpina, nivologo già previsore valanghe del Centro nivometeorologico di Arpa Lombardia.

Proprio Meraldi non ha usato giri di parole, lasciando intendere che in moltissimi vivono la montagna con l'atteggiamento e i motivi sbagliati e questo aumenta i pericoli sia per loro sia per gli altri escursionisti. "Troppo spesso in montagna ci sono comportamenti inaccettabili, c’è troppa poca prudenza e si pensa ad altro - ha esordito Meraldi -. La montagna è sensazione, paesaggio, panorami, piacere per il corpo e per la mente e invece in molti guardano la punta degli sci, pensano a fare foto e selfie senza neanche guardare dove sono e si concentrano sulla prestazione, da rendere pubblica e comunicare sui social. Bisognerebbe, invece, cercare di essere in sintonia con l’ambiente mentalmente, cioè sentendosi nel posto giusto e ponderare ogni azione e decisione in base alla propria esperienza. In salita poi si continua a parlare e urlare, mentre il silenzio della natura dà moltissime informazioni. In più è preoccupante il fatto che molti vadano in montagna con abbigliamento e attrezzatura non adeguata, senza parlare poi dei rifiuti che vengono abbandonati, specie le bucce d’arancia, perché tanto poi ci nevica sopra".

In più Meraldi, nel corso della serata introdotta da Maurizio Gianola, presidente del Cras (Centro di ricerca e di animazione sociale che gestisce la sala cinematografica), e moderata da Sivio Mevio ha anche voluto sottolineare altri due concetti importanti, legati al divertimento e alla prevenzioni: "In montagna non si va per divertirsi o per sfogare gli stress della vita quotidiana. Parlerei, piuttosto, del piacere dell’appagamento - ha spiegato -: in montagna i sensi devono sempre essere al massimo per riuscire a gestire il rischio. Se mi diverto, invece, questa gestione è delegata ad altri visto che mi lascio andare totalmente".

Eraldo Meraldi sul palco del cinema Excelsior

"Vanno bene gli strumenti tecnologici - ha proseguito Meraldi -, ma averne troppi fa dimenticare il pericolo. Meglio averne di meno e una testa grande che ragiona ed è consapevole dei giorni e degli itinerari pericolosi. Inoltre, meglio la prevenzione attiva attraverso comportamenti idonei che riducano il rischio, che affidarsi principalmente alla prevenzione passiva cioè all’autosoccorso e al soccorso organizzato".

I dati

Anche perchè in montagna non si scherza, come dimostrano i dati sciorinati dallo stesso Eraldo Meraldi: mentre, infatti, ogni 100 incidenti stradali si registrano tre vittime, con lo stesso numero di valanghe ci sono 48 persone sepolte. Il 90% delle valanghe è provocato direttamente da chi ne è vittima. Gli incidenti valanghivi provocano nel 30 o 40% dei casi una vittima e in un range che va dal 35 al 42% si verifica un seppellimento completo. Ogni anno tra 140 e 200 persone muoiono in attività ludiche e le vittime sono sia escursionisti esperti che meno esperti.

Ospite d'onore

Ospite d'onore della serata è stata Deborah Compagnoni che, ora, dopo la carriera nello sci alpino, si sta dedicando ad arrampicata e sci alpinismo: "Ho trascorso la mia vita quasi tutta sulla neve e in montagna - ha raccontato l’indimenticata campionessa valtellinese - e qui in valle quando tornavo mi sentivo sempre bene, a casa. Nelle mie gare dovevo rispettare il tempo e la prestazione, mentre adesso questo non mi interessa più. L’arrampicata non sapevo farla, ma mi piace tantissimo: vedo che ci sono margini di miglioramento e questo mi stimola molto. Lo sci alpinismo assomiglia di più allo sci: abituata com’ero a sforzi intensi e brevi, al momento non mi piace così tanto salire, ho un po' paura della fatica, ma sto cominciando ad apprezzare anche questi momenti. Stai con te stessa e si crea una bella sintonia con l’ambiente. Credo sia importante scegliere anche con chi andare e i percorsi adeguati alle proprie condizioni e capacità"

Deborah Compagnoni con Silvio Mevio

In Evidenza

Potrebbe interessarti

"La montagna non è per selfie e divertimento: preparatevi alle escursioni e state attenti"

SondrioToday è in caricamento