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Il futuro del Morelli e della sanità di montagna, Pedrazzi: «Ripartiamo dal territorio. Basta polemiche per ottenere visibilità»

Le parole del consigliere valtellinese della Lega in occasione della commissione regionale Sanità con i componenti del gruppo di lavoro tecnico per la difesa dell’Ospedale di Sondalo

Sì è svolta in commissione regionale Sanità un’audizione, richiesta dal consigliere valtellinese Simona Pedrazzi, con i componenti del gruppo di lavoro tecnico per la difesa dell’Ospedale Morelli di Sondalo, per fare il punto sull’attuale situazione dell’Ospedale, che è stato convertito in "Covid Hospital" durante l’emergenza sanitaria.

«Si tratta - spiega Simona Pedrazzi- del primo passo per avviare in commissione un percorso di approfondimento sulla sanità di Montagna, partendo proprio dall’Ospedale di Sondalo che, in particolare nell’ultimo periodo, ha sollevato un forte interesse da parte delle varie forze politiche. Ritengo questo, inoltre, un argomento che per la sua rilevanza, necessiti di una visione d’insieme rivolta a tutta la sanità di montagna lombarda, che ad oggi abbraccia anche la Val Camonica e l’Alto Lario». 

La storia

«Voglio ricordare, soprattutto per chi non è del territorio e non conosce e non può comprenderne fino in fondo le esigenze, che l’Ospedale Morelli, i cui lavori di realizzazione iniziarono nel 1932, durante l’era fascista, è stato il più grande villaggio sanatoriale d’Europa per la cura della tubercolosi grazie anche all’ottimale qualità dell’area. Dal 1971 da “sanatorio” fu mutato ad “ospedale generale” fino a raggiungere livelli di eccellenza in svariati ambiti. Con il passare del tempo, la struttura ha subito purtroppo vari depotenziamenti, per poi riappropriarsi della sua funzionalità non solo a livello provinciale ma anche regionale durante l’emergenza sanitaria dovuta al Covid, tanto da essere convertito in Covid Hospital».

«È evidente - prosegue Pedrazzi- come la pandemia abbia travolto l’intero sistema sanitario, costringendolo a far fronte ad una crisi senza precedenti che ne ha modificato l’intero funzionamento. Ora per ripartire tenendo conto di tutte le nuove esigenze, è quantomai necessario e fondamentale coinvolgere ed ascoltare sopratutto il territorio, coloro che lo vivono e ne comprendono profondamente le esigenze,  in grado di sfruttare e potenziare punti di forza e di colmare eventuale mancanze. Ecco perché il percorso, iniziato in commissione sanità, proseguirà quindi attraverso un lavoro sinergico che coinvolgerà sia la politica territoriale e regionale, sia i direttori di ATS e ASST e i vari stakeholder. Anche il Presidente Fontana, da sempre aperto al dialogo e sensibile all’argomento, ha confermato la sua disponibilità ad incontrare esponenti del comitato e referenti territoriali. È arrivato il momento di dire “basta” alle sterili polemiche innescate da chi il territorio non lo vive e non lo conosce affatto, ma vuole solo cavalcare ogni occasione per ottenere visibilità, calpestando, di fatto, le vere necessità dei cittadini valtellinesi». 

«Il nostro contesto sociale, territoriale ed economico - conclude il consigliere della Lega- ha delle sue ben note specificità che vanno ad incardinarsi alla forte vocazione turistica dell’intera Valtellina. La sanità di montagna, non può e non deve essere paragonata con realtà totalmente diverse rispetto a quelle in cui è collocata, ma necessità di un approfondimento che coinvolga da vicino tutte queste variabili».

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