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Il Sondrio Festival si prepara a spegnere la 32esima candelina

Vaninetti, presidente BIM: "Arriva al cuore e alla testa dei giovani"

La problematica della presenza del lupo sulle Alpi, la storia di due piloti che, a cinquant'anni di distanza, hanno permesso di promuovere il soccorso con l'elicottero a quote impensabili, ma anche il viaggio di due giovani che hanno girato la Valle D'Aosta con gli sci ai piedi. Non mancheranno alla 32esima edizione del Sondrio Festival i documentari fuori concorso, quest'anno più interessanti e affascinanti che mai. Dal 12 all 25 novembre, infatti, in scena non ci saranno solo i film che si sfideranno per aggiudicarsi un premio internazionale, ma iniziative rivolte a grandi e piccini.

«Ci sentiamo particolarmente in sintonia con una manifestazione come Sondrio Festival, che racconta le aree protette ed evidenzia i temi legati all’ambiente coinvolgendo un vasto pubblico formato per larga parte da bambini e ragazzi – afferma Alan Vaninetti, presidente del Bim (Consorzio dei Comunindel Bacino Imbrifero Montano dell'Adda), socio promotore di Assomidop e fondamentale partner del Festival -. C’è la necessità di parlare di ambiente e natura e di avvicinare i più giovani a concetti quali la salvaguardia e la sostenibilità. Farlo attraverso l’immediatezza degli immagini e il gioco per il tramite di attività didattiche innovative è la via giusta per arrivare al cuore e alla testa dei ragazzi, affinché entrino in dinamiche in parte a loro ancora sconosciute. L’obiettivo che condividiamo con la manifestazione ha una valenza nel presente e nel futuro: promuovere un approccio diverso per rendere ancora più stretto il legame fra uomo e ambiente affinché produca comportamenti virtuosi».

Infatti, oltre all'immancabile attività didattica che quest'anno coinvolgerà 11mila studenti, anche per l'edizione numero 32 dell'evento internazionale le proiezioni saranno accompagnate da convegni, mostre, spettacoli, incontri al Teatro Sociale di Sondrio. Con un occhio di riguardo, come dicevamo, ai documentari che non partecipano al concorso ma che si sono meritati una menzione d'onore all'interno dell'evento sondriese. Tra questi, anche un documentario che arriva direttamente dal Trento Film Festival, una realtà con cui negli ultimi anni la Midop ha costruito un'amicizia sempre più stretta. Già da qualche edizione, infatti, il film vincitore di ciascuna rassegna è ospite dell'altra, con una proiezione speciale che rinsalda, di anno in anno, di edizione in edizione, un legame molto importante a cui tengono gli organizzatori di entrambi gli importanti festival, insieme anche all'interno dell'Iamf, la “International alliance for mountain film”, vale a dire l'associazione internazionale costituita dai più grandi festival al mondo dedicati alla promozione della cinematografia della montagna.

Ecco i sei film fuori concorso che verranno proiettati alla 32esima edizione di Sondrio Festival.

PIAGA

(Plágan)

di Koldo Almandoz – Produzione: Txintxua Films – Spagna 2017 – Durata: 10 min.

Piaga: dal latino plaga, ‘colpo’, ‘ferita’; significa comparsa massiccia o repentina di esseri viventi della stessa specie che causano gravi danni a popolazioni animali o vegetali; abbondanza di qualcosa di nocivo.

UOMINI E LUPI SULLE ALPI IN 10 DOMANDE

di Beppe Meneguz, Massimo Ferrier, Luca Rossi, Gianni Valente – Produzione: Digicast – Italia 2018 – Durata: 54 min.

Con il documentario, gli autori si propongono di fornire informazioni il più possibile obiettive sulla problematica della presenza del lupo sulle Alpi, raccogliendo molti pareri sulle modalità possibili di coesistenza fra uomo e lupo, con uno sguardo anche su quello che succede negli altri paesi dell’arco alpino.

LA PROMENADE

di Michel Dalle – Produzione: Grobeshaus – Italia 2017 – Durata: 26 min.

Ai piedi delle più alte montagne d’Europa, tra i “quattro Giganti delle Alpi”, così vengono soprannominati il Monte Bianco, il Cervino, il Monte Rosa e il Gran Paradiso, due giovani freerider, Shanty Cipolli e Simon Croux, di 23 e 19 anni, decidono di compiere l’intero giro della Valle d’Aosta con gli sci. Un viaggio di venti giorni nei luoghi più solitari e inviolati di queste montagne. La loro avventura si andrà ad intrecciare con una storia svoltasi più di quaranta anni fa, ambientata anch’essa tra le infinite distese e i paesaggi straordinari della Valle d'Aosta.

SOLO IN VOLO

di Gianluca Maspes – Italia 2018 – Durata: 31 min.

Luigi Bombardieri fu un solitario, animato dall’amore per la montagna e dai valori del Club Alpino Italiano. Tra le sue idee ci fu quella di sperimentare l'utilizzo degli elicotteri per i soccorsi in montagna. Morirà nel 1957 precipitando sotto il "suo" Rifugio Marinelli. Mezzo secolo dopo Maurizio Folini, guida alpina, diventa pilota di elicotteri e dalla Bernina al Nepal porta l’idea di Bombardieri sulla più alta montagna del mondo, riuscendo a soccorrere alpinisti a quote record e aiutando la popolazione civile dopo il terremoto del 2015.

THE DAWN WALL

di Peter Mortimer e Josh Lowell – Stati Uniti/Austria 2017 - Durata: 100 min.

Genziana d’Oro miglior film di alpinismo - Trento Film Festival 2018

Nel gennaio 2015, Tommy Caldwell e Kevin Jorgeson catturarono l'attenzione del mondo con la loro impresa sulla Dawn Wall, una via apparentemente impossibile di 915 metri nello Yosemite National Park. Ma per Caldwell si trattava di molto più di una scalata. È stato il culmine di una vita definita superando gli ostacoli. All’età di 22 anni fu preso in ostaggio dai ribelli in Kirghizistan. Poco dopo perse il dito indice. Quando il suo matrimonio è andato in pezzi, è sfuggito al dolore concentrandosi sullo straordinario obiettivo di scalare la Dawn Wall. Tra dedizione e ossessione, Caldwell e Jorgeson trascorrono sei anni meticolosamente pianificando la via. Nel tentativo finale, in diretta mondiale, Caldwell si trova di fronte a un momento decisivo: abbandonare il partner per realizzare il suo sogno, o rischiare il successo per il bene della loro amicizia?



 

LA NOSTRA PIETRA

di Alessandro Soetje – Produzione Alessandro Melazzini - Germania/Italia 2018 – Durata: 72 min.

Dissacrante, anticonformista, iconoclasta, Daniele Kihlgren è il terzogenito ribelle di una ricca famiglia italiana di imprenditori del cemento. Alla fine degli anni Novanta visita a cavallo della sua moto Santo Stefano di Sessanio, un borgo medievale aggrappato su una cima delle aspre montagne abruzzesi. È amore a prima vista. Intuisce che è il luogo giusto per dare corpo a una sua vecchia idea: restaurare in modo filologico un borgo medioevale in rovina, per fare del paese intero un albergo diffuso. L'idea è di trarre profitto dalla conservazione del paesaggio anziché, come troppo spesso accade in Italia, dalla sua devastazione. È una idea buona e funziona. I turisti cominciano ad accorrere. Sull’onda dell’entusiasmo Kihlgren comincia a comprare case in altri borghi simili e avvia un progetto analogo nei Sassi di Matera. Ma Daniele ha un temperamento più artistico che imprenditoriale. E un’amministrazione poco accorta, unita a un perfezionismo quasi maniacale, presto genera problemi. La situazione diventa critica: il sogno di un progetto privato per la conservazione dei beni culturali - portato avanti senza un euro d’intervento pubblico - rischia di infrangersi contro lo scoglio dei debiti e della crisi. Sullo sfondo di spettacolari paesaggi italiani il regista Alessandro Soetje dipana il racconto metaforico di un uomo che, come il suo Paese, ha un’anima profonda, ma non riesce ad amare se stesso.

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