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"Hankook, radici spezzate", raccontare l'adozione e la ricerca di sé dal palco di un teatro

Grande successo per lo spettacolo scritto e interpretato da Emmanuel Galli nelle serate organizzate a Sondrio e Cosio da Metafamiglia con il sostegno di “Genitori in rete” e di BIM

Lo spettacolo teatrale “HANKOOK RADICI SPEZZATE” è un toccante ed intenso monologo che offre interessanti spunti di riflessione sui temi dell’adozione, della ricerca di sé, della diversità. Organizzato dall’Associazione di Promozione Sociale Metafamiglia, che da anni si occupa di adozione, con il sostegno di “Genitori in rete” e di BIM e con il patrocinio del Comune di Morbigeno, di Cosio e di Sondrio, è stato replicato per due serate in Valtellina (venerdì 18 ottobre a Cosio Valtellino  al Teatro Frassati e sabato 19 ottobre a Sondrio presso la sala Polifuzionale San Rocco).

Hankook, che significa Corea, è l’altro nome di Kevin, quello che appartiene al suo paese di origine: la Corea appunto. Emanuele Galli, giovane attore di cinema e televisione, figlio adottivo italo-coreano ci accompagna, con una punta di ironia, nel delicato viaggio del diciottenne Kevin alla ricerca della madre biologica a Seul, Corea del Sud.

Tra stereotipi e cliché (i coreani, in italia, vengono considerati da tutti cinesi!) Kevin prova a trovare risposta alle domande che, come un martello pneumatico, attanagliano la sua mente, una su tutte, "Hankok Choi, chi è tua madre? perché ti ha abbandonato?”

Quel vuoto, profondo e viscerale, fa parte del suo essere e scatena una voce costante che non può essere in alcun modo silenziata. E allora i genitori di Kevin la ascoltano, la accolgono e tra coraggio e lacrime provano a trovare risposta. Il padre Giorgio è fisicamente accanto a lui nel viaggio, la madre Silvana prepara la valigia e, probabilmente, tra i vestiti e le scarpe mette anche il suo cuore.

Hankook a Seul visita il suo orfanotrofio, vede la sua culla, tra melodie e odori di un passato che appartiene a memorie antiche e sconosciute, incontra piccoli occhi neri a mandorla, come i suoi, che attendono di essere riempiti di amore da qualcuno che forse li verrà a cercare. Forse.

Hankook incontra sua madre biologica, che, inerme, riesce soltanto a scappare. Di nuovo.

Kevin allora, in riva al mare, scrive una lettera alla madre Silvana, racconta di quella terra, di quella cultura che in parte lo affascina e in parte non gli appartiene. Racconta la sua ricerca, la sua delusione, racconta il suo grazie, per avergli dato una altra possibilità, per averlo fatto nascere di nuovo, tra le sue braccia.

Emanuel Galli, durante il dibattito a fine serata, sottolinea la potenza del teatro, come mezzo di espressione, crescita, ricerca. Lui quel vuoto lo ha riempito con arte, lo ha trasformato in bellezza e ne ha fatto una professione.

Noi, operatori, pubblico, genitori, lo ringraziamo per questo.

Francesca Gusmeroli

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