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La Croce Rossa valtellinese non sta bene, la denuncia della Cisl

Secondo il sindacato i conti sono in rosso: «In gioco c’è il futuro dei lavoratori e quello della rete di emergenza di Valtellina e Valchiavenna»

La Croce Rossa di Sondrio è in rosso. A darne annuncio la Cisl con un comunicato stampa preoccupato volto a sensibilizzare le Istituzioni e l'opinione pubblica sulla difficile situazione che potrebbe portare vistosi disagi in tutta la provincia.

«Da alcuni anni, dal processo di privatizzazione della Croce Rossa Italiana che ha portato a trasformare i comitati locali in associazioni di diritto privato di pubblica utilità, la Cri di Sondrio versa in un totale stato di precarietà economico-finanziario. L’inadeguato impiego delle risorse e la “fuga massiva” di volontari lasciano appesi ad un filo oltre un centinaio di lavoratori» evidenziano i rappresenti di categoria della Cisl, Francesco Caiazza e Marco Contessa.

Anche il territorio rischia di rimanere scoperto: «Croce Rossa ha in appalto la quasi totalità delle postazioni di emergenza/urgenza presenti in Valtellina e Valchiavenna e, una eventuale interruzione del servizio (svolto in maniera efficiente e professionale sia dai dipendenti che dai volontari), metterebbe a repentaglio la risposta a tutte le richieste di aiuto, di soccorso e di servizi ausiliari e di assistenza dei cittadini (servizio dialisi, servizio dimissioni e trasporti sanitari secondari)» continuano i sindacalisti.

La difficile posizione monopolista

«Il fatto che Croce Rossa sia di fatto “monopolista” nell’erogare questo servizio sulla nostra Provincia sinora è stato elemento di garanzia in termini di qualità ma ora rischia di essere un pericolo infatti è a tutti nota la volontà, più volte esplicitata dal Presidente di CRI Sondrio, di abbandonare le postazioni meno remunerative tenendosi solo quelle “comode”.  Se così fosse, chi erogherà i servizi mancanti? Che fine faranno lavoratrici, lavoratori e volontari coinvolti? Rischiamo quindi di dover prendere atto di una riduzione delle postazioni di Emergenza Urgenza per colpa della incapacità organizzativa di CRI Sondrio?» accusano senza mezzi termini dalla Cisl.

«La CISL di Sondrio, unitamente alla categoria interessata, da sempre attenta allo scenario sanitario provinciale, chiede pertanto a tutti i soggetti coinvolti – direttamente o indirettamente – di mettere in atto ogni utile azione per risolvere la situazione attivando da subito un tavolo di confronto sulla questione che analizzi nel merito i problemi e identifichi possibili soluzioni. In gioco c’è sia il futuro dei lavoratori e delle loro famiglie, che quello della rete di emergenza urgenza della Valtellina e Valchiavenna» hanno concluso Caiazza e Contessa.

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