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La Valchiavenna preoccupata per i lavoratori frontalieri scrive ai Grigioni: «Chiudete cantieri e alberghi per fermare il coronavirus»

Con una lettera accorata i sindaci valchiavennaschi ha raggiunto le Autorità Grigionesi

La preoccupazione per i lavoratori frontalieri, esposti in questi giorni di emergenza al contagio da coronavirus, attanaglia i sindaci della Valchiavenna tanto che, uniti, hanno scritto una lettera alle Autorità Grigionesi affichè chiudano i luoghi di lavoro dove sono impiegati i lavoratori valchiavennaschi e valtellinesi.

Un appello accorato inoltrato dal presidente della Comunità Montana di Valchiavenna, Davide Trussoni, ai rappresentanti del Canton Grigioni.

Ecco di seguito la lettera dei sindaci della Valchiavenna:

Dopo attente riflessioni e preoccupazioni reciproche di tutti lavoratori (stagionali e annuali e frontalieri) siamo a chiedervi a gran voce di darci una mano a contenere l'espansione del coronavirus. 

Stiamo imponendo la quarantena per contenere i contagi, anche se di giorno in giorno aumentano in maniera esponenziale. Sia i sintomatici che gli asintomatici. I secondi quasi più preoccupanti dei primi in quanto non controllabili se non attraverso una permanenza forzata delle proprie case.

Ora siamo consapevoli che anche la Confederazione ha messo in campo tutta una serie di provvedimenti volti alla tutela del sistema economico svizzero, oltre ad una serie di ammortizzatori sociali per i lavoratori che per qualche tempo non possono recarsi al lavoro.

Per questo motivo siamo a chiedervi di chiudere tutti i cantieri non essenziali dell’Engadina, Bregaglia, Moesa e Valposchiavo al fine di spegnere il prima possibile il contagio tra i lavoratori frontalieri presenti nelle vostre ditte. 

Fermarsi ora, vuol dire non perdere la stagione estiva. Con una quarantena imposta, riusciamo a fermare il contagio e ad identificare i pazienti colpiti sintomatici e a fermare il virus in quelli asintomatici.

Ovviamente questo provvedimento, andrebbe ad esclusione dei lavoratori frontalieri che vi servono nel sistema sanitario e produttivo dei beni di prima necessità, mentre vi chiederemmo di posticipare l'inizio della stagione per l’edilizia, sospendere l'attività alberghiera anticipando la fine stagione di pochi giorni oramai. Stiamo parlando di 3000 persone, quasi 6000 se calcoliamo anche la Valtellina.

Cari colleghi, ve lo chiediamo prima di tutto come genitori, figli, fratelli di coloro che valicano il confine per potervi dare il meglio della nostra Valle. Ve lo chiediamo sicuri che anche voi non vogliate il male dei vostri cari, ma faresti di tutto per salvargli la vita. Ed è quello che vogliamo fare noi, salvare vite umane.

La lettera completa

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