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Cinghiali: la Regione si appella ai parlamentari lombardi

Negli ultimi 5 anni in Lombardia gli ungulati hanno causato danni all'agricoltura per 1,7 milioni di euro

«Il cinghiale è un problema enorme per la sicurezza delle persone, per le coltivazioni e per il ciclo produttivo lombardo. La Regione Lombardia ha fatto quanto possibile: nei mesi scorsi abbiamo approvato una delibera con la quale diamo la possibilità agli uffici territoriali di autorizzare la caccia di selezione al cinghiale, a partire dalle zone non idonee, per tutto l'anno sull'intero territorio regionale, anche in difformità dei periodi e degli orari stabiliti per legge. È un atto forte, che fa capire come la Regione voglia risolvere il problema».

Lo ha detto Fabio Rolfi, assessore all'Agricoltura, Alimentazione e Sistemi verdi della Regione Lombardia, rispondendo in Consiglio regionale alla mozione relativa al contrasto a specie animali nocive e invasive, quali nutrie, cinghiali o cormorani. Le zone non idonee alla presenza del cinghiale sono l'intera pianura padana, senza soluzione di continuità, da Pavia, a ovest, fino a Mantova, a est, l'alta pianura e le prime alture di Brianza e Insubria, le Orobie Bergamasche, Sondrio e la Valle Camonica.

«È necessario inoltre ampliare l'attività di contenimento finora riservata alla polizia provinciale e, in attività venatoria, ai cacciatori - ha proseguito l'assessore -. Per questo rivolgo un ulteriore appello a tutti i parlamentari lombardi, affinché si facciano carico di una modifica legislativa nazionale che preveda il riconoscimento formale della figura dell'operatore volontario, ossia un cacciatore adeguatamente formato e abilitato che, in accordo con la Polizia provinciale, possa contribuire ad attuare i piani di contenimento». 

«Negli ultimi 5 anni - ha concluso Rolfi - in Lombardia i cinghiali hanno causato danni all'agricoltura per 1,7 milioni di euro di rimborsi e 384 sinistri stradali»

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